Pronto il dm. Fino a 280 metri contribuenti alla cassa il 16/12
È in dirittura d'arrivo il decreto del Mef che individuerà i comuni nei quali i terreni agricoli continueranno a non pagare l'Imu. L'esenzione piena rimarrà solo nei municipi collocati ad oltre 600 metri sul livello del mare, mentre fra 281 e 600 metri sarà limitata ai terreni posseduti da coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali. Fino a 280 metri, invece, tutti dovranno presentarsi alla cassa già il prossimo 16 dicembre, versando l'intera imposta dovuta per il 2014.
Il provvedimento, ora alla firma del ministro Pier Carlo Padoan, dà attuazione all'art. 22, comma 2, del dl 66/2014, che ha imposto di circoscrivere l'esenzione per i terreni agricoli prevista dall'art. 7, comma 1, lett. h, del dlgs 504/1992 sulla base della diversa altitudine dei comuni e diversificando quelli posseduti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola. Dal provvedimento è atteso un maggior gettito pari a 350 milioni di euro, che saranno immediatamente recuperati al bilancio dello Stato decurtando il fondo di solidarietà dei comuni esclusi dall'ambito di applicazione dell'esenzione. Non a caso, i più allarmati (dopo i contribuenti) sono proprio i sindaci, che temono di perdere altre risorse.
Mentre, infatti, i tagli al fondo saranno automatici, le maggiori entrate tributarie rischiano di essere aleatorie, dato che si tratta di far pagare contribuenti che finora non hanno mai versato né l'Imu né l'Ici. Ricordiamo, infatti, che, in base alle regole attuali, nelle aree montane e di collina non sono soggetti ad imposta né i terreni agricoli né quelli diversi (ad esempio quelli incolti).
Finora, ha fatto fede l'elenco allegato alla circolare 9/1993. Il nuovo decreto, invece, modifica radicalmente il quadro, individuando tre diverse fasce altimetriche. In quella più alta (oltre i 600 metri), l'esenzione continuerà a essere totale: nessuno dovrà pagare e i comuni non subiranno nuovi tagli.
Nella fascia intermedia (fra 281 e 600 metri), l'esenzione sarà solo parziale, ossia limitata ai coltivatori diretti e agli iap. Fino a 280 metri, infine, l'esenzione verrà cancellata del tutto. Negli ultimi due casi, i comuni vedranno aprirsi un buco, che in teoria dovrebbe essere riempito dai versamenti dei contribuenti, che saranno chiamati a pagare già il prossimo 16 dicembre. In proposito, merita ricordare che, a causa della tardiva approvazione del decreto, per i terreni non più esenti non è stato versato alcun acconto a giugno, per cui in sede di saldo occorrerà sborsare l'importo dovuto per l'intero anno.
La base imponibile si ottiene applicando all'ammontare del reddito dominicale risultante in catasto, vigente al 1° gennaio dell'anno di imposizione, rivalutato del 25%, un moltiplicatore pari a 130, che scende a 110 per i coltivatori diretti e gli iap. A favore di questi ultimi, inoltre, è prevista una franchigia di 6 mila euro e una riduzione per scaglioni sull'eccedenza fino a 32 mila euro. Rimangono esenti i terreni a immutabile destinazione agro-silvo-pastorale a proprietà collettiva indivisibile e inusucapibile.
Testata: Italia Oggi
Autore: Matteo Barbero