NEWS >>>

loginpa

google

autotutela

8 novembre 2014

ANCORA DUBBI SUI TERRENI CHE NON PAGHERANNO L'IMU

Si sono perse le tracce del decreto ministeriale che dovrebbe individuare i comuni montani nei quali i terreni agricoli continueranno a non pagare l'Imu. A poco più di un mese dalla scadenza per il versamento della seconda rata dell'imposta municipale, quindi, l'incertezza continua a regnare sovrana. E a rimetterci rischiano di essere ancora una volta i municipi.
L'art. 22, comma 2, del dl 66/2014 ha previsto che, con un decreto del Viminale, siano individuati i comuni nei quali, a decorrere da corrente anno di imposta, si applica l'esenzione per i terreni agricoli sulla base della loro altitudine, diversificando eventualmente i terreni posseduti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, iscritti nella previdenza agricola.
Dal provvedimento è atteso un maggior gettito pari a 350 milioni di euro, che saranno recuperati dalle assegnazioni del fondo di solidarietà a favore dei comuni esclusi dall'ambito di applicazione dell'esenzione. Ma dopo un passaggio in Conferenza Stato-città ad agosto, il testo è sparito dalla circolazione.
Poiché il varo non è avvenuto in tempo utile per produrre effetti già in vista della scadenza del 16 giugno per il versamento della prima rata, l'intera partita è stata rinviata alla scadenza prevista per il versamento del saldo, ossia al 16 dicembre. Entro tale data, tutti i contribuenti i cui terreni saranno ubicati nei comuni non più inclusi nel nuovo elenco (che sostituirà quello allegato alla circolare del Mef n. 9/1993) dovranno pagare l'intera imposta dovuta per il 2014.
Ricordiamo che, in base alle regole attuali, in montagna l'Imu non è dovuta né sui terreni agricoli né su quelli diversi (ad esempio quelli incolti). Per contro, l'art. 22 sembra nuovamente circoscrivere l'esclusione ai soli terreni «agricoli».
Il ritardo allarma soprattutto i sindaci, che temono di perdere risorse: mentre, infatti, i tagli al fondo saranno automatici, le maggiori entrate tributarie rischiano di essere aleatorie: in effetti, si tratta di portare alla cassa contribuenti che finora non hanno mai pagato né l'Imu né l'Ici.
Non a caso, l'Anci, già all'indomani della pubblicazione del dl 66, aveva espresso «forti preoccupazioni per l'ulteriore instabilità che esso induce nel sistema di determinazione delle risorse comunali». In particolare, sui terreni agricoli e sulla relativa struttura proprietaria non sono disponibili dati certi e l'innovazione introdotta dall'art. 22 costituisce un rischio rilevante per i comuni di minor dimensione demografica e con ampie estensione territoriali, sui quali una determinazione inesatta delle nuove basi imponibili può risultare di grande impatto sulle risorse. Per questo, era stato chiesto di rinviare tutto al 2015. Ma se così fosse, il buco si aprirebbe nei conti dello Stato.

Fonte: Italia Oggi

Autore: Di Matteo Barbero
 
Copyright © 2019 Geropa Srl - Gestione Entrate e Riscossione Entrate Locali
Powered by Geropa