Le modifiche decise dai Comuni alle aliquote Imu richiamano
ai calcoli e alla cassa anche i contribuenti che a giugno hanno versato tutta
l'imposta in soluzione unica: una possibilità, quella di levarsi d'impaccio le
questioni del Fisco immobiliare in una tappa sola, prevista dalla legge ma resa
nei fatti impossibile dallo stato di agitazione perenne vissuto dalla finanza
locale. È questo uno dei tanti effetti collaterali delle continue proroghe alle
scadenze entro cui i Comuni devono scrivere i bilanci preventivi (quest'anno la
trottola si è fermata al 30 settembre), termini che vengono posticipati in
attesa che il quadro delle risorse trovi pace ma che trascinano con sé anche le
scadenze per le decisioni sulle aliquote.
Quest'anno, con l'incrocio di Imu e Tasi, le variabili in
gioco si sono moltiplicate esponenzialmente con il risultato che, come spiega
per esempio il responsabile fiscale del Caf Cisl Franco Galvanini, «parlare di
caos è un eufemismo». I sindaci avevano tempo fino a martedì per inviare al
dipartimento Finanze le nuove delibere dell'Imu, ma il censimento ministeriale definitivo
apparirà solo il 28 ottobre, e gli elenchi continuano a crescere: solo ieri si
sono aggiunte 163 delibere, portando il numero totale a quota 6.991, per cui a
consuntivo si scoprirà che circa nove Comuni su dieci hanno inviato un
provvedimento nuovo rispetto al 2013.
L'entità delle modifiche, piccole o grandi a seconda dei
casi, non ha nessun rilievo sul tasso di complicazione dell'imposta, perché
l'arrivo di un nuovo provvedimento impone a contribuenti e professionisti di
ricontrollare tutto. Le novità maggiori per l'Imu si incontrano più spesso nei
Comuni medio-piccoli, che fino all'anno scorso erano riusciti a tenere le
aliquote Imu lontane dai livelli massimi e ora le hanno ritoccate anche per
compensare qualche “sorpresa” nella complicata distribuzione del fondo di
solidarietà e delle compensazioni statali, ma anche in alcune grandi città non
mancano cambiamenti di rilievo.
Se l'Imu aumenta
Quando le novità sono al rialzo, anche chi ha sperato di
versare l'imposta a giugno in soluzione unica deve tornare alla cassa, e pagare
la differenza fra l'Imu calcolata con le vecchie aliquote e quella prodotta
dalle nuove. Se l'aliquota passa dal 7,6 all'8,6 per mille, per esempio,
occorrerà versare un conguaglio dell'1 per mille. I nuovi calcoli, in ogni
caso, impegnano tutti i 16 milioni di contribuenti proprietari di immobili
diversi dall'abitazione principale non «di lusso» (cioè non accatastata nelle
categorie A/1, A/8 o A/9), perché gli acconti Imu sono in genere versati sulla
base delle aliquote dell'anno precedente, come prevede la legge, e quindi le
decisioni varate nel 2014 si scaricano integralmente sul saldo. Sempre
nell'esempio di prima (passaggio dal 7,6 all'8,6 per mille), per una casa di
100mila euro di valore catastale l'acconto è stato di 380 euro (cioè il 50% di
100mila euro per 7,6 per mille), mentre il saldo andrà misurato calcolando
l'imposta piena con la nuova aliquota (860 euro), e sottraendo i 380 euro
pagati a giugno. Risultato: 480 euro.
Se l'Imu scende. Il caso non è raro, perché spesso le
aliquote Imu scendono per fare spazio alla Tasi (ad esempio a Venezia). Se il
conto complessivo diminuisce rispetto all'Imu 2013, il contribuente che ha
pagato in soluzione unica a giugno deve fare richiesta di rimborso, e
aspettare. La legge chiede ai Comuni di rimborsare in 180 giorni, ma il termine
è «ordinatorio» e quindi spesso disatteso, soprattutto se le casse dell'ente
sono in difficoltà.
Lo Stato, del resto, è un pessimo esempio al riguardo,
perché i rimborsi di chi, per errore, ha pagato troppo per l'Imu di competenza
statale sono bloccati dal 2012: la legge li prevede, ma manca il solito decreto
attuativo, con la conseguenza che molti contribuenti chiedono ai Comuni di
riavere quanto versato di troppo allo Stato ma ovviamente non ottengono nulla.
Se la discesa dell'Imu è compensata dagli aumenti Tasi, invece, tutto dipende
dal Comune: la compensazione fra i due tributi è possibile quando il
regolamento tributario la prevede, altrimenti si arriva al paradosso di dover
pagare puntualmente la Tasi mentre si è costretti ad attendere per i rimborsi
Imu.ù
Fonte: IlSole24Ore