Sulla Tasi il dado è tratto. L’acconto della Tassa sui servizi indivisibili erogati dai comuni, al debutto da quest’anno, dovrà essere pagato entro il 16 giugno nei 2.181 municipi che entro il 23 maggio hanno approvato e inviato al dipartimento delle Finanze le delibere con aliquote (e detrazioni) per proprietari e inquilini.
Per tutti gli altri comuni, invece, l’appuntamento alla cassa scatterà il 16 ottobre. A condizione però che i sindaci degli enti ritardatari (i 2/3 del totale) siano in grado di rispettare la seconda finestra per inviare le delibere al Mef che scadrà il 10 settembre (le decisioni dei sindaci dovranno essere pubblicate sul Portale del federalismo fiscale entro il 18 settembre).
In caso contrario la Tasi sarà dovuta applicando l’aliquota di base pari all’1 per mille e sarà versata in un’unica soluzione entro il 16 dicembre 2014. In questa ipotesi, la quota a carico dell’occupante dell’immobile (che per legge può variare dal 10 al 30% a seconda delle decisioni dei comuni) si pagherà nella misura minima e andrà determinata «con riferimento alle condizioni del titolare del diritto reale». Ossia seguirà il trattamento giuridico (prima o seconda casa) del proprietario. Con il decreto legge «ponte» approvato ieri dal consiglio dei ministri, il governo ha scritto la parola fine sul tormentato debutto della Tasi che per tutto il mese di maggio ha reso incandescenti i rapporti tra esecutivo e sindaci.