L'entrata in vigore della nuova
Legge di Stabilità 2016 porta con sé un'interessantissimo divieto. Lo Stop
all'aumento di imposte e tasse negli enti locali nel 2016, difatti per l'anno in corso
non è consentito innalzare il livello della pressione fiscale, poiché alle
amministrazioni è impedito di aumentare aliquote a tariffa rispetto a quelle
deliberate nel 2015.
Sono però veramente tutte incluse in quest’operazione di
blocco delle tasse?
Approfondendo la lettura della Legge possiamo rilevare che
da queste vengono escluse dal blocco la Tari e tutte le entrate che hanno
natura patrimoniale, come il canone occupazione spazi e aree pubbliche, il
canone idrico e a seguire. Altro importante accorgimento è che non sono
soggetti al vincolo gli enti che hanno deliberato il predissesto o il dissesto.
L'articolo 1, comma 26, della legge di stabilità 2016
(208/2015), pertanto, non consente di introdurre nuovi tributi, se già non
istituiti con regolamento comunale negli anni precedenti.
È disciplinato, inoltre, il blocco dei tributi, che
impedisce aumenti di aliquote e tariffe e delle addizionali per il 2016, a prescindere
dal momento in cui siano state adottate le relative delibere. Anche qui, però,
dobbiamo constatare che non rientra nel blocco solo la Tari, il cui gettito
serve a coprire integralmente il costo del servizio di smaltimento rifiuti.
Possono, pertanto, deliberare gli aumenti di aliquote e tariffe solo gli enti
locali che abbiano deliberato il predissesto o il dissesto.
Per quanto attiene agli effetti del blocco, possiamo
consultare anche una pronuncia della Corte dei Conti, la quale sosteneva che è
preclusa anche l'istituzione di nuovi tributi (imposta di scopo, imposta di
soggiorno, imposta di sbarco, addizionale Irpef).
La ratio di tale operazione è quella di impedire
l'introduzione di nuovi cavilli al fine di evitare un aumento dell'imposizione
a livello locale. Peraltro, non solo è impossibile ritoccare in aumento
aliquote o tariffe, ma è anche escluso che possano essere aboliti benefici già
deliberati dagli enti (riduzioni di aliquote, detrazioni), che comunque
inciderebbero sul carico fiscale e produrrebbero un innalzamento della
tassazione. Questi vincoli, però, come già sottolineato non producono effetti
per le entrate che hanno natura patrimoniale o extratributaria. Al riguardo,
dubbi e incertezze sono emerse in queste ultime settimane sulle entrate che
devono sottostare al divieto imposto dalla legge e questo dipende anche dalla
loro controversa natura, ad esempio è specificato che il canone per l'installazione dei mezzi pubblicitari, pur essendo di natura patrimoniale, è soggetta al blocco in quanto la qualificazione giuridica di entrata fiscale è stata riconosciuta al Cimp dalla Consulta.