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20 aprile 2016

AL VIA IL NUOVO CODICE DEGLI APPALTI PUBBLICI DI LAVORI, SERVIZI E FORNITURE

Dopo l'approvazione finale da parte del governo, è stato finalmente numerato e redatto il Nuovo Codice degli Appalti Pubblici di lavori, servizi e forniture. 

Completate a tempo di record le ultime verifiche (la "bollinatura" della Ragioneria lunedì e la firma del Capo dello Stato ieri), il decreto legislativo di riforma è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 91. Parte, così, la riforma che semplifica in modo strutturale il sistema, rende centrale il ruolo dell'Anac e introduce alcune novità strategiche, come la qualificazione delle stazioni appaltanti e il rating delle imprese. 

Ora però il rischio concreto è che prenda forma un'impasse del sistema degli appalti pubblici, almeno per i prossimi mesi.
Il motivo è nascosto nella velenosa coda del decreto: «Il presente codice entra in vigore nel giorno stesso della sua pubblicazione in Gazzetta ufficiale». Quindi, il testo ha già forza di legge. Il Governo ha, quindi, scelto di non prevedere neppure la consueta fase di vacatio legis di 15 giorni, né tantomeno una fase transitoria più lunga, per consentire agli operatori di mettersi al passo con i nuovi adempimenti. 

Questo però comporta alle Pa e imprese l’attuazione immediata delle nuove regole, e i bandi pubblicati da oggi devono essere costruiti con il nuovo Codice. La prassi però spesso è molto lontana dalla teoria, così la fase di adattamento alle nuove norme richiederà certamente una gestazione notevolmente più lunga. Inoltre non possiamo non sottolineare l’esistenza di numerosi elementi di incertezza derivanti dal fatto che il Dlgs 50/2016 rinvia molte importanti novità a più di quaranta provvedimenti attuativi, da approvare nei prossimi mesi, per ciò detto il rischio blocco pare sempre più inevitabile. Probabilmente si agirà attraverso decreti correttivi per andare ad “aggiustare il tiro” su alcuni temi. Altri provvedimenti invece entreranno in vigore da tre mesi a due anni di tempo a partire dal giorno di pubblicazione in Gazzetta. 

Uno dei cambiamenti più rilevanti subito in vigore è il divieto di appalto integrato nei lavori pubblici (progettazione + lavori). Nel vecchio Codice le stazioni appaltanti erano libere, e un certo "abuso" dell'appalto integrato ha portato contenziosi nella fase di progettazione post-gara. La legge delega ha chiesto perciò di limitarlo ai soli casi di rilevante contenuto tecnologico dell'opera, e il testo finale ha fatto ancora di più: le gare di lavori si devono fare sempre su progetto esecutivo. Un divieto assoluto di appalto integrato che sta disorientando le stazioni appaltanti, tant'è che negli ultimi giorni si è assistito a una corsa a pubblicare appalti integrati, prima della riforma. Solo negli ultimi tre giorni utili (15, 18 e 19 aprile), sono stati pubblicati 15 bandi soprasoglia ad appalto integrato, per un importo di 235 milioni di euro. Quasi certa, ora, una fase di stallo, per "digerire" la novità e portare i progetti alla fase di esecutivo.
Corsa ai bandi anche sul massimo ribasso, criterio di aggiudicazione prima libero, e che da oggi diventa possibile solo fino a un milione di euro (al di sopra sarà obbligatoria la valutazione prezzo-qualità). Nelle ultime settimane l'Anas ha pubblicato 33 gare per accordi quadro di manutenzione straordinaria, tra cui 21 per la Salerno-Reggio Calabria, per un valore totale di 256 milioni di euro. Anche qui c'è da aspettarsi ora una fase di adattamento, soprattutto per fissare nuovi criteri di valutazione qualitativa delle offerte in lavori "di routine". 
 
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